La depressione, nota anche come Disturbo depressivo maggiore, è una condizione medica che va oltre la semplice tristezza temporanea.
Comporta un persistente umore depresso, una perdita di interesse e piacere nello svolgere le attività quotidiane che si protrae per un lungo periodo di tempo, impattando significativamente sulla vita di chi ne soffre.
Contrariamente alla concezione comune, la depressione non è solo una questione di sentirsi tristi per qualche giorno, ma è una vera e propria condizione medica che richiede un trattamento adeguato.
Classificazione dei disturbi depressivi
Il termine “depressione” è comunemente utilizzato per descrivere una gamma di Disturbi dell’umore, ognuno dei quali ha caratteristiche specifiche.
Nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) questi disturbi sono classificati in diverse categorie:
- Il Disturbo Depressivo Maggiore, noto anche come “Depressione maggiore”, è caratterizzato da episodi di umore depresso o da una perdita di piacere nello svolgere attività per la maggior parte dei giorni per almeno due settimane. Questo disturbo può portare a cambiamenti significativi nel funzionamento sociale, lavorativo e personale;
- Disturbo Depressivo Persistente: comunemente chiamato “Distimia”, è caratterizzato da umore depresso che persiste per la maggior parte dei giorni per almeno due anni negli adulti e per almeno un anno nei bambini e negli adolescenti. Questo disturbo può essere meno grave della depressione maggiore, ma è cronico e può avere un impatto significativo sulla qualità della vita;
- Altro Disturbo Depressivo Specificato o Non Specificato: una categoria che include i disturbi depressivi che non rientrano esattamente nei criteri specifici degli altri disturbi elencati;
- Disturbo Disforico Premestruale: si tratta di una condizione caratterizzata da sintomi depressivi, ansiosi o irritabili che si verificano in modo ciclico prima del ciclo mestruale;
- Disturbo Depressivo dovuto a un’altra condizione fisica: questo disturbo è causato da una condizione medica o da un’alterazione fisiologica, come una malattia cronica o un disordine neurologico;
- Disturbo Depressivo indotto da sostanze/farmaci: si verifica quando la depressione è causata dall’uso di sostanze o farmaci, come alcol, droghe illecite o alcuni farmaci.
La depressione può verificarsi a qualsiasi età, ma in media compare per la prima volta tra la tarda adolescenza e i 25 anni.
A livello globale, si stima che circa il 5% degli adulti soffre di depressione, con una maggiore incidenza nelle donne.
Quando parliamo di depressione
Spesso il termine “depressione” viene utilizzato in modo improprio per descrivere uno stato d’animo caratterizzato da tristezza temporanea; è importante riconoscere e distinguere la tristezza occasionale dal disturbo depressivo, che è una condizione più grave e persistente.
Un episodio depressivo porta a sentimenti che vanno al di là delle comuni oscillazioni del tono dell’umore, provocando uno stato d’animo di vuoto, incompletezza e profonda tristezza. In più, un episodio depressivo si distingue dalle normali variazioni dell’umore poiché perdura per gran parte della giornata, quasi ogni giorno, per almeno due settimane consecutive.
Inoltre, il Disturbo depressivo può portare a una serie di problemi emotivi e fisici impattando notevolmente in tutti gli aspetti della vita (casa, lavoro, scuola). Tra i diversi sintomi, troviamo:
- Difficoltà di concentrazione;
- Sentimenti di colpa eccessivi o bassa autostima;
- Senso di disperazione per il futuro;
- Pensieri riguardanti la morte o il suicidio;
- Disturbi del sonno;
- Variazioni nell’appetito o nel peso corporeo;
- Sensazione di stanchezza estrema o mancanza di energia.
Le cause
Le cause esatte dei disturbi depressivi non sono ancora completamente comprese, ma si ritiene che una combinazione di fattori genetici e ambientali contribuisca al loro sviluppo:
- Fattori genetici: in cui la presenza di depressione tra i familiari di primo grado di pazienti depressi e la concordanza elevata tra gemelli identici supportano l’ipotesi di una predisposizione genetica alla depressione;
- Fattori psicosociali: dove esperienze traumatiche o stressanti nella vita, come traumi infantili, perdite significative, abusi o conflitti interpersonali, possono aumentare il rischio di sviluppare la depressione.
Infine, persone con bassa autostima, scarsa capacità di affrontare lo stress o tendenze al perfezionismo possono essere più suscettibili allo sviluppo della depressione.
Come trattare i disturbi depressivi
Una volta effettuata la diagnosi, diventa fondamentale avviare un percorso di trattamento in cui il paziente sia attivamente partecipe.
È essenziale che il medico fornisca una spiegazione chiara sulla condizione, rassicurando sia il paziente che i suoi familiari sul fatto che la depressione non deriva da difetti caratteriali, ma è il risultato di una complessa interazione di fattori biologici e ambientali.
Ad oggi, la terapia per la depressione prevede la psicoterapia e il trattamento farmacologico.
Psicoterapia
La psicoterapia rappresenta uno dei trattamenti di prima linea per la depressione, offrendo un approccio terapeutico mirato a supportare il paziente nel superamento dei sintomi depressivi.
Gli approcci terapeutici che si sono rivelati efficaci includono:
- L’Attivazione comportamentale;
- La Psicoterapia Interpersonale;
- La Terapia di risoluzione dei problemi.
Questi metodi terapeutici si concentrano sul miglioramento del funzionamento emotivo e comportamentale del paziente attraverso strategie specifiche di intervento psicologico.
Terapia farmacologica
Nei casi di depressione moderata o grave, la terapia farmacologica può essere combinata con la psicoterapia per ottenere risultati ottimali. Gli antidepressivi sono i farmaci più comunemente prescritti per trattare la depressione.
Tra gli antidepressivi più utilizzati vi sono gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), come la fluoxetina. Questi farmaci agiscono aumentando i livelli di serotonina nel cervello, contribuendo così a migliorare l’umore del paziente.
Inoltre, nell’adolescenza, l’impiego degli antidepressivi richiede una sorveglianza medica particolare e una cautela aggiuntiva, considerando i rischi potenziali associati durante questa fase cruciale dello sviluppo.
Depressione e altre patologie
Esistono delle condizioni correlate alla depressione, tra queste:
Depressione Post partum
La depressione post partum si riferisce alla depressione che si verifica durante la gravidanza o dopo il parto. Ad oggi si stima che 1 donna su 7 soffra di questo disturbo.
Comporta sentimenti di estrema tristezza, indifferenza e/o ansia, nonché cambiamenti di energia, sonno e appetito; mettendo a rischio la salute della madre e del bambino.
Depressione stagionale
La depressione stagionale, chiamata anche “Disturbo affettivo stagionale” è un tipo di depressione che si verifica in determinati periodi dell’anno, di solito durante l’autunno e l’inverno, quando i giorni diventano più brevi e la luce solare è limitata.
Viene spesso associata a un cambiamento nella durata delle giornate e può essere causata da una ridotta esposizione alla luce solare, che influisce sui ritmi circadiani e sui livelli di alcuni neurotrasmettitori nel cervello, come la serotonina.
Disturbo da disregolazione dell’umore dirompente
Il disturbo da disregolazione dell’umore dirompente colpisce i bambini e i giovani (dai 6 ai 18 anni), manifestandosi attraverso un’irritabilità cronica e grave, accompagnata da frequenti e gravi scoppi d’ira.
Questi scoppi possono manifestarsi verbalmente o comportare aggressioni fisiche, risultando sproporzionati rispetto alla situazione e non adeguati alla normale fase di sviluppo dell’individuo.
Depressione e Disturbi Alimentari
La depressione rappresenta una delle comorbilità più frequenti nei Disturbi alimentari, soprattutto durante l’adolescenza.
Diversi studi condotti su adolescenti e giovani adulti hanno confermato un legame significativo tra ansia, depressione e la gravità dei disturbi alimentari. Indicando come, gli adolescenti e i giovani adulti con una bassa autostima, elevato perfezionismo e una regolazione dell’umore compromessa, tendono a manifestare sintomi più gravi nei disturbi alimentari. Alcuni modelli teorici suggeriscono che questa stretta correlazione possa essere attribuita alla presenza di cause condivise tra i disturbi.
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Fonti: